Un giorno da ricordare per riflettere
“Il Ministro della famiglia Rosy Bindi il 20 novembre all'Istituto degli Innocenti di Firenze”.
Questa è la notizia della giornata e nient’altro. Né istituzioni, né associazioni che sembrano che hanno “per cuore” la tutela dei bambini, né la scuola “ambiente sociale d’educazione”, ricordano questo giorno.
Fa molta fatica ricordare tutti i giorni da ricordare in un calendario….
La sensibilità di fronte a quello che succede sembra di non essere cosi “sensibile” anche nel Mugello.
Diritti primari alla vita, all'identità, alla salute, diritti sociali all'assistenza, alla protezione contro lo sfruttamento e la violenza; diritti individuali alla libertà d’espressione, alla tutela, alla garanzia giudiziaria; diritti all'educazione.
Diritti…
Diritti…
11 milioni di minori muoiono ogni anno, prima di avere compiuto i 5 anni, per malattie o problemi che potrebbero essere facilmente eliminati: malattie intestinali, polmoniti, e malattie prevenibili con le vaccinazioni come morbillo, pertosse, tetano, difterite, tubercolosi
150 milioni di bambini soffrono di malnutrizione
123 milioni di bambini non hanno mai frequentato la scuola. Di questi, la maggioranza sono bambine
211 milioni di bambini lavorano
600 milioni di bambini, cioè un quarto dei bambini di tutto il mondo, vivono in condizioni di estrema povertà
2 milioni di bambini sono morti, nel corso dello scorso decennio, a causa di conflitti armati
20 milioni sono stati costretti ad abbandonare le loro case
300 mila bambini sono stati reclutati e combattono in diversi paesi africani, asiatici e del Medio Oriente in eserciti regolari e gruppi armati di opposizione
130 milioni di donne hanno subito da bambine mutilazioni sessuali e ogni anno altri due milioni di bambine le subiscono
oltre 1 milione di bambini ogni anno sono vittime dei trafficanti, vengono “comprati” e costretti a subire abusi e sfruttamento
14 milioni di bambini hanno perso la madre, il padre o entrambi i genitori a causa dell’Aids
Sono questi i dati UNICEF sui diritti negati dell’infanzia nel mondo.
· Neonati abbandonati.
· Bimbi uccisi dalle loro “mamme” (da qualche è stato scritto “300 bimbi uccisi dalle mamme in Italia entro un anno”- Sarà vero?!)
· Ragazzo disabile picchiato e filmato dai suoi “compagni”.
· Ragazzi, ragazze stuprati, filmati o uccisi.
· Ragazzi sospesi per una settimana perché hanno tentato di “toccare” una loro compagna di scuola.
· Ragazzi che abbandonano la scuola per diventarsi la preda preferita della malavita.
Fatti che diventano fonti di commenti e polemiche.
Ogni giorno episodi gravi di abusi e violenze sui minori e tra i minori. Hanno i primi posti i titoli sul bullismo tra minori e abusi sui minori, sia nei quotidiani sia nei tg, anche il giorno 20 novembre, che “deve essere” il giorno dei diritti d’infanzia e degli adolescenti.
Il 20 novembre 1989 Assemblea Generale delle Nazione Unite ha approvato la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia. Sono parte della Convenzione 192 stati. L’Italia ha ratificato la Convenzione il 27 maggio 1991, con la legge n.176.
Per questo 20 Novembre è la Giornata Mondiale dei Diritti dell’Infanzia e degli Adolescenti.
O meglio deve esserla, in quanto molti bambini e molti ragazzi sanno niente.
I bambini e gli adolescenti, nella loro esperienza quotidiana, si confrontano con aspetti di giustizia e ingiustizia, di diritti e responsabilità.
- Ma, quante conoscenze e capacità hanno per comprenderli?
- Quante volte gli abbiamo sentir dire “non è giusto” ?!
I bambini e gli adolescenti non sono solo oggetti di tutela, ma soprattutto dei soggetti di diritti.
Far conoscere ai bambini e agli adolescenti i loro diritti vuol dire anche farli capire i doveri perché sia una infanzia protetta.
E per questo è la responsabilità di tutti ricordare questo Giorno per parlare e riflettere, per progettare percorsi finche concetti chiave come:
diritti, doveri, responsabilità, giustizia, regole, leggi, liberta, autorità, diversità, uguaglianza,
perdano la loro astrazione e diventano proprietà di tutti.
2006/11/18
“Tra passato, presente e futuro”
La Brocchi festeggi il 2° anniversario dell’apertura
“Un bel complesso. Un bel lavoro fatto”.
Si presenta cosi il “Villaggio La Brocchi” per chi torna dopo tanti anni, ma anche per chi del passato del Villaggio sa poco o quasi niente.
Sono stati circa 150 i presenti, tra bambini adulti e persone anziane, operatori, volontari, mugellani e stranieri, che hanno festeggiato insieme il 2° anniversario dell’apertura del centro d’accoglienza.
E’ stato un pomeriggio divertente per i bambini presenti, passato in allegria tra laboratorio ludico e giochi di gruppo in aria aperta animati da volontari dell’associazione.
Visitare il nuovo “Villaggio La Brocchi” ha permesso a tante persone di fermarsi e raccontare “la loro Brocchi”, rivivere quella parte della loro vita e della storia non scritta della Villa.
“Il recupero delle piccole storie di chi ha vissuto nella Villa, delle foto, delle scritte e d’ogni altro genere di testimonianze, ci aiuterà di completare la storia comune di questo posto e trovare i legami tra i valori di ieri e d’oggi e scoprire quelli per il futuro”- spiega il Presidente dell’Associazione, che accompagna gli ospiti, lungo tutto il percorso. Man mano fa conoscere le funzioni del Villaggio, le attività che il Progetto svolge e la prospettiva del futuro.
Una prospettiva chiara e significante quella che il Villaggio presenta, dare risposta al problema dell’immigrazione e soprattutto essere un punto d’incontro.
Un incontro tra la storia del passato, la trasformazione del presente e della costruzione di un futuro possibile e diverso.
Un incontro tra le esperienze positive, l’impegno e serietà di chi crede e condividono questa nuova realtà.
Nel primo piano della Villa gli ospiti hanno visitato la mostra fotografica presentato da un gruppo di ragazzi mugellani, volontari dell’Associazione, sul tema della Pace. La Mostra presenta la loro voce per i diritti umani, per un mondo senza guerra, per un mondo che solo gli occhi di quei bambini fotografati sanno esprimere.
Le proiezioni video sulle attività svolte, al Villaggio, hanno accompagnato i momenti della merenda offerta con prodotti del commercio equo e solidale dall’Associazione “La Escalera” e con dolci e salati di tradizione peruviana, kurdistana e italiana.
Ha celebrato cosi i suoi primi due anni il nuovo “Villaggio La Brocchi” che (come e stato citato in una presentazione di “Giusepe Maria Brocchi” di Lorella Baggiani) si incarna lo spirito proprio dell’antico proprietario, che ebbe il pregio di “trattar gli uomini da uomini”.
(pubblicato "ilgalletto" 18/11/2006)
“Un bel complesso. Un bel lavoro fatto”.
Si presenta cosi il “Villaggio La Brocchi” per chi torna dopo tanti anni, ma anche per chi del passato del Villaggio sa poco o quasi niente.
Sono stati circa 150 i presenti, tra bambini adulti e persone anziane, operatori, volontari, mugellani e stranieri, che hanno festeggiato insieme il 2° anniversario dell’apertura del centro d’accoglienza.
E’ stato un pomeriggio divertente per i bambini presenti, passato in allegria tra laboratorio ludico e giochi di gruppo in aria aperta animati da volontari dell’associazione.
Visitare il nuovo “Villaggio La Brocchi” ha permesso a tante persone di fermarsi e raccontare “la loro Brocchi”, rivivere quella parte della loro vita e della storia non scritta della Villa.
“Il recupero delle piccole storie di chi ha vissuto nella Villa, delle foto, delle scritte e d’ogni altro genere di testimonianze, ci aiuterà di completare la storia comune di questo posto e trovare i legami tra i valori di ieri e d’oggi e scoprire quelli per il futuro”- spiega il Presidente dell’Associazione, che accompagna gli ospiti, lungo tutto il percorso. Man mano fa conoscere le funzioni del Villaggio, le attività che il Progetto svolge e la prospettiva del futuro.
Una prospettiva chiara e significante quella che il Villaggio presenta, dare risposta al problema dell’immigrazione e soprattutto essere un punto d’incontro.
Un incontro tra la storia del passato, la trasformazione del presente e della costruzione di un futuro possibile e diverso.
Un incontro tra le esperienze positive, l’impegno e serietà di chi crede e condividono questa nuova realtà.
Nel primo piano della Villa gli ospiti hanno visitato la mostra fotografica presentato da un gruppo di ragazzi mugellani, volontari dell’Associazione, sul tema della Pace. La Mostra presenta la loro voce per i diritti umani, per un mondo senza guerra, per un mondo che solo gli occhi di quei bambini fotografati sanno esprimere.
Le proiezioni video sulle attività svolte, al Villaggio, hanno accompagnato i momenti della merenda offerta con prodotti del commercio equo e solidale dall’Associazione “La Escalera” e con dolci e salati di tradizione peruviana, kurdistana e italiana.
Ha celebrato cosi i suoi primi due anni il nuovo “Villaggio La Brocchi” che (come e stato citato in una presentazione di “Giusepe Maria Brocchi” di Lorella Baggiani) si incarna lo spirito proprio dell’antico proprietario, che ebbe il pregio di “trattar gli uomini da uomini”.
(pubblicato "ilgalletto" 18/11/2006)
2006/11/07
Non è solo una legge che fa discutere
Media ed immigrazione
“Secondo voi” presenta ogni giorno sulle tre reti Mediaset una micro-inchiesta su temi d'attualità introdotta e commentata con linguaggio semplice e diretto da Paolo Del Debbio.”
Linguaggio semplice di Paolo Del Debbio!
Ma il linguaggio degli intervistati?!
Parlando di immigrazione le tematiche più discusse sono criminalità, irregolarità, violenza, religione e lavoro.
L’ultima micro-inchiesta sul tema, del giorno lunedì 06/11/2006 alle ore 12.15 e in replica verso le ore 01.00, era quella di capire che cosa rispondeva la gente comune alla domanda:
- Bastano 5 anni per conquistare la cittadinanza italiana (proposta della nuova legge)? Si o No
Maggioranza degli intervistati è risposta che 5 anni sono pochi, meglio il tetto di 10 anni (la legge in vigore).
Non è la risposta Si o No che fa impressione è il linguaggio che viene usato e l’effetto che ha su questione immigrazione.
“- Se dimostrano che pagano le tasse e che accettano la nostra cultura posso averla, ma dopo 10 anni.”
“- Se sono educati e pagano le tasse, forse anche 10 anni sono pochi.”
“- Io lavoro con gli extracomunitari, hanno quasi 10 anni e non sanno parlare in italiano.”
Queste sono state quasi le risposte date da molti (maggioranza).
Senza fare polemica sulle tasse che paga lo straniero che, anche dopo tanti anni in Italia con le tasse pagate, c’è il rischio di non avere la possibilità di rinnovare il permesso di soggiorno e di essere espulso o essere un clandestino in più (ultimo caso quella della famiglia Chfouka a Lucca).
Senza fare polemica sulle parole “accettare” e “educazione”, senza fare polemica su quello che le risposte sono dimostrazione di che la Mass Media ha costruito in torno alla figura dell’immigrante, c’è qualcosa più importante che manca.
La voce degli immigranti.
Manca la loro opinione, la loro riflessione e il loro punto di vista per non essere solo oggetti di notizie, ma avere un po’ di spazio per farsi conoscere.
Dopo di che, sarà più facile “tirare conclusioni” (anche per Del Debbio) e giudicare senza puntare il dito su stereotipi e pregiudizi.
"Se voi avete il diritto di dividere il mondo
in italiani e stranieri
allora vi dirò che
io reclamo il diritto di dividere il mondo
in diseredati ed oppressi da un lato,
privilegiati ed oppressori dall'altro.
Gli uni sono la mia patria,
gli altri i miei stranieri" (don Lorenzo Milani)
“Secondo voi” presenta ogni giorno sulle tre reti Mediaset una micro-inchiesta su temi d'attualità introdotta e commentata con linguaggio semplice e diretto da Paolo Del Debbio.”
Linguaggio semplice di Paolo Del Debbio!
Ma il linguaggio degli intervistati?!
Parlando di immigrazione le tematiche più discusse sono criminalità, irregolarità, violenza, religione e lavoro.
L’ultima micro-inchiesta sul tema, del giorno lunedì 06/11/2006 alle ore 12.15 e in replica verso le ore 01.00, era quella di capire che cosa rispondeva la gente comune alla domanda:
- Bastano 5 anni per conquistare la cittadinanza italiana (proposta della nuova legge)? Si o No
Maggioranza degli intervistati è risposta che 5 anni sono pochi, meglio il tetto di 10 anni (la legge in vigore).
Non è la risposta Si o No che fa impressione è il linguaggio che viene usato e l’effetto che ha su questione immigrazione.
“- Se dimostrano che pagano le tasse e che accettano la nostra cultura posso averla, ma dopo 10 anni.”
“- Se sono educati e pagano le tasse, forse anche 10 anni sono pochi.”
“- Io lavoro con gli extracomunitari, hanno quasi 10 anni e non sanno parlare in italiano.”
Queste sono state quasi le risposte date da molti (maggioranza).
Senza fare polemica sulle tasse che paga lo straniero che, anche dopo tanti anni in Italia con le tasse pagate, c’è il rischio di non avere la possibilità di rinnovare il permesso di soggiorno e di essere espulso o essere un clandestino in più (ultimo caso quella della famiglia Chfouka a Lucca).
Senza fare polemica sulle parole “accettare” e “educazione”, senza fare polemica su quello che le risposte sono dimostrazione di che la Mass Media ha costruito in torno alla figura dell’immigrante, c’è qualcosa più importante che manca.
La voce degli immigranti.
Manca la loro opinione, la loro riflessione e il loro punto di vista per non essere solo oggetti di notizie, ma avere un po’ di spazio per farsi conoscere.
Dopo di che, sarà più facile “tirare conclusioni” (anche per Del Debbio) e giudicare senza puntare il dito su stereotipi e pregiudizi.
"Se voi avete il diritto di dividere il mondo
in italiani e stranieri
allora vi dirò che
io reclamo il diritto di dividere il mondo
in diseredati ed oppressi da un lato,
privilegiati ed oppressori dall'altro.
Gli uni sono la mia patria,
gli altri i miei stranieri" (don Lorenzo Milani)
2006/11/03
“Citizen journalism – giornalismo cittadino"
Concludere un percorso per aprire un altro
La redazione multiculturale di “Citizen journalism – giornalismo cittadino” sta percorrendo l’ultima fase del suo percorso formativo. Un percorso intenso e interessante. Le attività svolte hanno ottenuto buoni risultate, come anche il blog dimostra. Il rapporto bilanciato tra la teoria e la pratica ha aiutato l’apprendimento e la concretezza delle tecniche base del giornalismo e in particolar modo del giornalismo cittadino, come l’altro punto di vista della realtà.
Sapere a chi e per chi scrivere, scrivere correttamente un articolo giornalistico, realizzare un’intervista (perché no, anche in lingua inglese), sono alcune delle competenze ottenute dal percorso.
Con una particolare attenzione sono state seguite le attività sulla costruzione del blog del corso http://www.giornalismocittadino.blogspot.com/ e anche le costruzioni dei blog individuali. I blog che hanno dato la possibilità di pubblicare in ogni momento e in completa autonomia i materiali prodotti dal gruppo dei corsisti.
Conoscere il funzionamento della telecamera per usarla correttamente e realizzare un buon filmato è stato interesante e impegnativo.
Divisi in gruppi di lavoro e attrezzati con le telecamere a disposizione, i partecipanti hanno effettuato delle riprese sul tema “Noi e la Pubblica amministrazione”. Nella seconda fase, quella di montaggio, si sono creati dei veri e propri brevi servizi giornalistici, una parte quali ha partecipato a concorsi video come il Premio Mostafà Souhir. I filmati prodotti saranno presto pubblicati nel blog e su dvd.
Il lavoro attento, costruttivo e molto paziente del cordinatore, dei docenti e del tutor ha molto facilitato la partecipazione e il coinvolgimento dei corsisti. Il prossimo passo sarà la progettazione e trovare i fondi per la continuazione del lavoro della redazione.
Adesso occorre rimboccarsi le maniche e incrociare le dita, augurandoci di avere fortuna per continuare questo percorso utile e necessario, per costruire dei mezzi per diffondere la visione multiculturale mancante degli stranieri in Provincia e non solo.
La redazione multiculturale di “Citizen journalism – giornalismo cittadino” sta percorrendo l’ultima fase del suo percorso formativo. Un percorso intenso e interessante. Le attività svolte hanno ottenuto buoni risultate, come anche il blog dimostra. Il rapporto bilanciato tra la teoria e la pratica ha aiutato l’apprendimento e la concretezza delle tecniche base del giornalismo e in particolar modo del giornalismo cittadino, come l’altro punto di vista della realtà.
Sapere a chi e per chi scrivere, scrivere correttamente un articolo giornalistico, realizzare un’intervista (perché no, anche in lingua inglese), sono alcune delle competenze ottenute dal percorso.
Con una particolare attenzione sono state seguite le attività sulla costruzione del blog del corso http://www.giornalismocittadino.blogspot.com/ e anche le costruzioni dei blog individuali. I blog che hanno dato la possibilità di pubblicare in ogni momento e in completa autonomia i materiali prodotti dal gruppo dei corsisti.
Conoscere il funzionamento della telecamera per usarla correttamente e realizzare un buon filmato è stato interesante e impegnativo.
Divisi in gruppi di lavoro e attrezzati con le telecamere a disposizione, i partecipanti hanno effettuato delle riprese sul tema “Noi e la Pubblica amministrazione”. Nella seconda fase, quella di montaggio, si sono creati dei veri e propri brevi servizi giornalistici, una parte quali ha partecipato a concorsi video come il Premio Mostafà Souhir. I filmati prodotti saranno presto pubblicati nel blog e su dvd.
Il lavoro attento, costruttivo e molto paziente del cordinatore, dei docenti e del tutor ha molto facilitato la partecipazione e il coinvolgimento dei corsisti. Il prossimo passo sarà la progettazione e trovare i fondi per la continuazione del lavoro della redazione.
Adesso occorre rimboccarsi le maniche e incrociare le dita, augurandoci di avere fortuna per continuare questo percorso utile e necessario, per costruire dei mezzi per diffondere la visione multiculturale mancante degli stranieri in Provincia e non solo.
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