“La notizia è sempre stata fatta principalmente dai giornalisti professionisti.”. – sottolineano ancora voci scettiche. “ E in quanto professionisti, rispondono a piattaforme editoriale politicamente dipendente”…
Il dibattito può iniziare e continuare a lungo.
Ma ormai, il giornalista professionista non è più solo.
Il giornalismo civico o partecipativo ha coinvolto tutti.
Il giornalismo cittadino tenta di creare una reale comunicazione tra vita pubblica attiva del cittadino e l’istituzione, condivide le proprie informazioni e osservazioni, commenta dal suo punto di vista e riporta quello che incontra nel quotidiano.
Possiamo costruire cosi un’idea sulla democrazia nell’informazione.
La società italiana è in cambiamento continuo per quanto riguarda la sua composizione demografica.
Secondo il XII Rapporto sulla Migrazione della Fondazione ISMU, gli stranieri, irregolari compressi, sono a quota quattro milioni. Questo numero rappresenta quasi 7% della popolazione. In Toscana, gli stranieri (irregolari non compresi) raggiungono la quota di 8,7% della popolazione residente.
Una presenza che fa parte nella quotidianità del territorio, che ha bisogno di comunicare ed essere informata.
Più di 29 testate giornalistiche gestite da immigranti, 46 gestite da italiani con diretto coinvolgimento di immigranti. In 16 lingue, su carta o web, informazioni di servizio. Decine e decine programmi radiofonici multilingue e molti altri numeri è il panorama che si presenta da un rapporto annuale dell’Osservatorio permanente sui Media Multiculturali.
Sarà la somma numerica di questi dati che presenta la realtà della partecipazione attiva di una cittadinanza multiculturale?
Sicuramente di No.
Far sentire questa voce è uno strumento che apre un nuovo mondo al giornalismo, il mondo delle esigenze e delle idee dei nuovi cittadini. Sarà importante che questo spazio di libertà di opinione promuova la diversità come conoscenza e ricchezza. Sarà importante che promuova la diversità come interazione, non solo a riguardo binomio autoctono – immigrato, ma anche immigrato - immigrato.
Cosi, l’esclusione sociale lascerà posto all’integrazione e l’assimilazione all’interazione culturale.
2007/04/13
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